DOLORI AL COLLO, ALLA SPALLA E ALLA MANO: LA SINDROME DELLO STRETTO TORACICO SUPERIORE
Se hai dolori al collo, al braccio e fino alla mano questo articolo potrebbe interessarti.
La Sindrome dello stretto toracico superiore è l’insieme dei sintomi e dei segni causati dalla compressione del pacchetto vasculo nervoso che dal collo si dirige verso l’arto, causando in chi ne soffre deficit di forza, dolori al collo, alla spalla e alla mano, nonché intorpidimento al braccio e alle dita interessate da quest’ultimo.
Nel corso degli ultimi anni questa sindrome è stata sempre più spesso presa in considerazione dagli operatori sanitari, vista la sua correlazione con patologie abbastanza comuni quali cervicalgie, cervico-brachialgie, epicondiliti, tunnel carpali.
Le cause della sua insorgenza possono essere le più svariate, da particolari soggettività anatomiche accertate (presenza di coste cervicali) a problemi posturali generali (posizioni errate a lavoro, gesti tecnici eseguiti in maniera errata), fino ad arrivare ai traumi (colpi di frusta, cadute accidentali, ecc..). Capita comunque frequentemente di osservare che tale situazione venga scatenata da un’eccessiva contrazione o mal funzionamento di alcune strutture muscolari:
- il piccolo pettorale, che con il suo ipertono può provocare la restrizione del passaggio dei vasi e dei nervi causando la sindrome
- i muscoli scaleni, in quanto la loro eccessiva attivazione può causare un’ostruzione. A tal proposito sarà importante valutare il diaframma del paziente visto il ruolo accessorio che svolgono nella respirazione.
Diagnosi e trattamento della sindrome dello stretto toracico superiore
Vmedical ha sviluppato per il paziente un percorso terapeutico ben preciso, che si avvale dell’intervento di più figure specializzate, allo scopo di individuare e risolvere la problematica nel miglior modo possibile.
La diagnosi ed il trattamento si compone di diverse fasi:
Fase 1: valutazione iniziale da parte dell’ortopedico.
Il medico effettua test clinici specifici per determinare cause e protocollo terapeutico da attuare, che generalmente è di tipo conservativo (nei casi più gravi, abbastanza rari, di tipo chirurgico). Se lo specialista lo ritiene necessario può richiedere al paziente di svolgere anche esami di tipo strumentale (Rm, ecografia, tac, ecc..).
Fase 2: Fisioterapia e Osteopatia per il controllo del dolore.
Il paziente viene preso in cura dal fisioterapista ed inizia a svolgere il trattamento per la regressione della fase acuta con sedute di terapia strumentale (laserix) , abbinate ad esercizi di stretching passivi per i muscoli del collo e delle spalle. Viene intervallato a queste sedute il trattamento con l’osteopata, che volgerà la sua attenzione al riequilibrio del ritmo respiratorio (se necessario), e alle manipolazioni muscolo-scheletriche.
Fase 3: stabilizzazione dei risultati ottenuti.
Il paziente inizia a svolgere esercizi posturali con l’ausilio di d-wall, sotto lo stretto controllo del fisioterapista, ottimizzando così i risultati ottenuti con le terapie precedenti, e interiorizzando le strategie necessarie per evitare il riproporsi della problematica.
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